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Noleggiatori bus con conducente: "Il disegno di legge Rilancio ci affossa"

Il mancato pagamento del trasporto scolastico è uno dei principali problemi, gli addetti del settore chiedono l'intervento dei parlamentari

Il presidente regionale Tilatti e il capocategoria D’Orlando: «Abrogate norme di garanzia esistenti. Al Governo non interessa se abbiamo comprato mezzi e assunto persone. Dovremmo subire senza avere responsabilità. Categoria a rischio azzeramento».

È la categoria che è stata schiantata all’apparire del Coronavirus, quando tutte le gite scolastiche e i viaggi di gruppo sono stati cancellati. Dopo tre mesi di agonia, l’ennesima mazzata per il settore artigiano dei Noleggiatori bus con conducente. «Il Disegno di legge Rilancio – spiegano il presidente di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti e il capocategoria, Rudi D’Orlando – esclude il trasporto scolastico dalla garanzia di pagamento dei corrispettivi stabiliti a fronte di minori corse effettuate o delle minori percorrenze realizzate tra il 23 febbraio e il 31 dicembre 2020», modificando quanto previsto dalla legge 27 del 24 aprile 2020, all’articolo 92, comma 4-bis. 

Fuori dal burocratese, ciò significa che «gli enti locali non ci pagheranno per il servizio scolastico che non è stato effettuato, non per responsabilità nostra, ma per causa di forza maggiore e non prevedibile», prosegue D’Orlando, molto preoccupato per le sorti di una categoria fortemente provata. «Al Governo non importa se abbiamo acquistato mezzi per realizzare questo servizio, a fronte di contratti che ci davano sicurezza, e assunto personale. Non interessa neppure che il mancato adempimento non sia assolutamente una nostra responsabilità. Dovremmo essere noi a pagare». 

A fronte di una tale situazione, gli artigiani di Confartigianato Fvg hanno scritto a tutti parlamentari del Friuli Venezia Giulia, affinché intervengano in Parlamento in sede di conversione del decreto legge in legge. «È una disposizione che mina pesantemente la possibilità di sopravvivenza delle imprese già stremate – scrivono gli imprenditori -. Per non azzerare un’intera categoria, vi chiediamo di intervenire in sede di conversione del testo, affinché siano ripristinate le garanzie e tutele contenute nella legge 24 aprile 2020».

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