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Emergenza contagi nei Balcani, la Regione chiede a Roma controlli severi

Tutti i primi tamponi (circa una sessantina) eseguiti ai contatti dei casi riscontrati a Trieste hanno dato esito negativo

"Tutti i primi tamponi (circa una sessantina) eseguiti ai contatti dei casi riscontrati ieri a Trieste hanno dato esito negativo. Il tracciamento adesso si allarga ulteriormente ad altre persone che hanno avuto un rapporto di prossimità con le persone infette". Lo hanno comunicato ieri il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, a margine della riunione che si è tenuta in videoconferenza con i vertici sanitari regionali sugli ultimi contagi che si sono registrati a Trieste.

Rispettare le regole

"Sulla situazione – hanno detto Fedriga e Riccardi – c'è un controllo e un monitoraggio puntuale dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina. Nel contempo bisogna ricordare ai cittadini la necessità di non smettere di osservare quelle regole di igiene e di distanziamento fisico che sono essenziali per limitare il contagio".

La riunione a Palmanova

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Balcani

Fedriga e Riccardi hanno condiviso la preoccupazione su quanto sta accadendo nell'area balcanica e sulla connessione tra questo dato e l'origine dei nuovi casi registrati in regione. Un quadro che pone il nostro territorio su un piano di particolare attenzione. Per questo motivo lo stesso Fedriga
sottoporrà al Governo la necessità di provvedere a una disciplina più restrittiva per gli ingressi in Italia, con riferimento a quei paesi dell'Est Europa (vicini ai confini del Friuli Venezia Giulia) in cui il contagio è in significativa espansione.

Serbia

Nella giornata di venerdì le autorità municipali di Belgrado – principale focolaio della nuova ondata di contagi da coronavirus – hanno proclamato la 'situazione di emergenza'. Al fine di contenere la diffusione del virus si limita l'orario di apertura di locali notturni, bar, caffè e ristoranti, che dovranno restare chiusi dalle 23 alle sei del mattino. Raduni e assembramenti consentiti per un massimo di 100 persone al chiuso, con mascherina e distanza fisica di 1,5 metri, e 500 all'aperto. Obbligatorio portare la mascherina sui mezzi pubblici e in tutti i luoghi al chiuso. Prima di Belgrado, la 'situazione di emergenza' era stata imposta in altre città: Novi Pazar, Vranje, Kragujevac, Tutin. Il presidente Aleksandar Vucic aveva anticipato le nuove misure restrittive a Belgrado, sottolineando che nella capitale si registra oltre l'82% dei contagi dell'intero Paese.

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